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  Ci siamo trovati in tanti a protestare davanti alla Presidenza della Regione Toscana, determinati a restarvi ad oltranza – alcuni di noi attuando lo sciopero della fame – finché non avessimo ottenuto un incontro con il Presidente o l'Assessore al sociale.  Avevamo scritto diverse e-mail denunciando comportamenti vessatori di varie Società della Salute (dettati, a loro dire, da direttive regionali) nei confronti di persone disabili inserite nel programma di "vita indipendente" e per ottenere un incontro con l'Assessore.

  Le nostre richieste erano e restano:

·  aumento degli stanziamenti per il finanziamento dei progetti "vita indipendente" per farvi entrare altre persone disabili che ne hanno diritto – attualmente la Regione stanzia 9 milioni di euro;

·  continuazione dell'erogazione del finanziamento "vita indipendente" anche dopo il compimento del 65° anno di età;

·  possibilità di rendicontare le spese per "vita indipendente" anche attraverso autodichiarazioni;

·  utilizzo dei Fondi Sociali Europei anche per la formazione ed altre attività di supporto alla vita indipendente;

·  esonero da presentazione ISEE da parte di disabili gravi e loro congiunti e familiari di primo grado per tutte le prestazioni.

 

  Venerdì 23 ottobre alle ore 18:03, la segreteria dell'Assessore Saccardi invia una e-mail alle Associazioni del “mondo della disabilità” con la quale si convoca per lunedì 26 ottobre alle ore 12:00 una riunione su "vita indipendente".  Erano mesi e mesi che chiedevamo un incontro.  Guarda caso, l’assessore ha deciso di convocarlo in fretta e furia evidentemente dopo aver appreso della nostra protesta prevista per martedì 27 ottobre, fregandosene del fatto che i disabili gravi necessitano di tempi di preavviso certo ben superiori allo spazio di un finesettimana.    Inoltre, l’Associazione Vita Indipendente ONLUS non ha ricevuto tale e-mail perché inviata ad un indirizzo inesistente.

  Secondo la Regione, le persone disabili dovrebbero vivere in case famiglia, comunità, RSA, ecc. gestite da cooperative e fondazioni – che la stessa Regione incentiva e favorisce in ogni modo – oppure a carico dei familiari.    Invece, noi persone disabili vogliamo vivere come e dove più ci aggrada con il sostegno personalizzato.    Oltre a rispondere alle reali esigenze anche di libertà delle persone disabili, ciò evita il concentramento di enormi somme di denaro nelle mani di poche cooperative o imprese.    Però, dare direttamente alle singole persone disabili i soldi per potersi gestire l’assistenza personale non contribuisce certo a costruire e mantenere una rete di consenso elettorale e/o di potere.

  Dopo circa un paio d'ore di presenza rumorosa determinata e tenace davanti al portone sprangato della sede della Presidenza della Regione Toscana, l'assessore Saccardi è venuta a parlare con i manifestanti.    Le abbiamo rinfacciato l'assurdità di un silenzio di mesi e la disonestà dell'invio di una e-mail nel fine settimana per la convocazione di un incontro il lunedì seguente.  Abbiamo anche denunciato le vessazioni a cui molte persone disabili sono sottoposte nelle varie zone – riduzione del finanziamento e proposta di intervento di assistenti di cooperative, rendicontazione anche della percentuale (10%) non rendicontabile, anticipazione da parte della persona disabile della spesa per l'assistente personale, recupero da parte delle SdS di tutte le somma non rendicontate ma spese dalla persona disabile per un assistente in prova, in sostituzione o in compresenza, ecc. –.

  L'assessore Saccardi ci ha dato appuntamento per il 12 novembre alle ore 10:00.    Ci siamo arrivati preparati e ben coscienti che non sarebbe stato facile spostare il timone degli interventi sulla disabilità per non finire nelle secche degli istituti, case famiglia, case protette, case alloggio, RSA.  Ma restiamo determinati e ostinati, perché non vogliamo finire precocemente la nostra vita in mano a qualche affarista socio-sanitario.