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Qui sotto riporto alcune esperienze fatte sull’accessibilità a Parigi. Sottolineo che si tratta soltanto di esperienze personali, quindi senza alcuna pretesa di scientificità o di validità per tutte le disabilità. Inoltre riguardano solo piccole parti di quella immensa città.
 
Estate 2000
 
Aereo
Arrivai all’aeroporto De Gaulle con un volo Air-France da Firenze e dovevo prendere un volo intercontinentale sempre dell’Air-France. Il personale dell’Air-France mi disse ripetutamente ed espressamente che a loro risultava che io avevo chiesto l’assistenza per il cambio di volo e che loro me l’avevano confermata. Però mi aggiungevano più volte che non potevano fornirmi tale assistenza per mancanza di personale.
Ho preso l’aereo decine di volte e una cosa del genere non mi era mai capitata nella maniera più assoluta, nemmeno nei paesi c.d. in via di sviluppo. In più mi colpiva la naturalezza con cui il personale dell’Air-France mi diceva questa cosa. Chiesi di potermi avviare agli imbarchi con la mia assistente personale, ma mi dissero che era impossibile perché avrei dovuto prendere un ascensore per il quale ci voleva la chiave, che aveva solo il loro personale.
Quando l’altoparlante annunciò l’imbarco del volo che mi interessava, tornai al bancone dell’Air-France, stesi il braccio sopra di esso e buttai in terra tutto quello che c’era sopra. Dopo 2-3 minuti arrivarono due persone di servizio che mi accompagnarono all’imbarco.
Da qui c’era un sistema di ascensori per l’aereo secondo me assurdo, che non funzionava, per cui dovemmo fare un lungo giro.
 
Treno
Sono partito dalla stazione di Milano con il treno TGV per Parigi. Per le mie esigenze il servizio di assistenza alla stazione di Milano funzionò benissimo. A bordo del TGV non c’era l’ombra di un posto per le carrozzine e neanche l’ombra di una toilette accessibile.
Arrivato alla stazione di “Gare-de Lyon” di Parigi non c’era l’assistenza per me. Il mio amico di Parigi, che era venuto a prendermi, chiese spiegazioni e gli dissero che non avevano personale. Avevo letto che da quella stazione c’era un ascensore per il metrò. E’ stato moto difficile trovarlo perché è in fondo da una parte, sebbene fossimo stati in quattro persone non abbiamo visto neanche l’ombra di un cartello indicatore e il mio amico parigino ha dovuto chiedere più volte informazioni.
 
Metrò
Ho preso solo due volte il metrò e non ho mai preso la linea 14, che è l’unica ad essere segnata come accessibile. Per scendere al metrò facevo le scale, saranno stati 40-50 scalini e il corrimano era piuttosto comodo. Anche per il cambio tra le linee del metrò c’era questa situazione. Per uscire dal metrò c’erano le scale mobili e il mio amico me le faceva salire lasciandomi seduto in carrozzina e stando dietro di me in piedi: lui diceva che non era per niente faticoso.
 
RER
Nelle due stazioni della RER dove sono stato gli ascensori erano guasti da tempo. Per salire sui treni della RER c’è uno scalino di almeno cm. 20. Per cambiare a Parigi tra due treni della RER c’erano scale. Alla stazione RER di Versailles c’erano scale (se c’è anche uno scivolo o un ascensore non sono indicati).
 
Autobus
Qualche linea dell’autobus a Parigi è segnata, sia alle fermate, sia negli autobus e sia nelle guide, come accessibile alle persone con disabilità. Di solito in questa materia si discute dei sistemi di accostamento al marciapiede, di sollevamento della carrozzina e di stazionamento di questa all’interno dell’autobus. A Parigi si tratta di discussioni del tutto superflue per il semplice fatto che una carrozzina di larghezza normale non passa dalla porta di questi autobus indicata per le carrozzine.
Al mio amico di Parigi una grossa associazione francese per le persone con disabilità a detto che gli unici mezzi di trasporti accessibili a tutti a Parigi sono i bus PCB, che collegano le varie porte della città e che io non ho mai preso.
Per spostarmi a Parigi prendevo gli autobus normali. Sono molto più lenti del metrò e della RER, ma in compenso si vede la città, e, soprattutto, per me erano più comodi. In quegli autobus si sale dal davanti, quindi l’autista vede benissimo chi sale e gli autisti degli autobus parigini sono molto gentili. Per salire ci sono due scalini bassi con corrimani comodi e i sedili della prima fila sono riservati a chi ha disabilità. Quando arrivava l’autobus mi alzavo dalla carrozzina, il mio amico mi aiutava a salire, mentre io andavo a sere da solo lui riscendeva e caricava la carrozzina. L’operazione inversa per scendere: scendevo dal davanti. Ha preso l’autobus tredici volte, quindi ventisei volte tra salite e scese: solo tre volte gli indigeni hanno aiutato il mio amico a caricare la carrozzina. Sono pronto a scommetterci qualsiasi cosa che in un paese c.d. in via di sviluppo gli indigeni avrebbero sempre aiutato il mio amico a caricare la carrozzina sull’autobus.
Il biglietto di libera circolazione su tutti i mezzi di trasporto di Parigi per una settimana mi è costato poco più di € 13 e altrettanto per il mio amico.
In nessun mezzo di trasporto pubblico di Parigi ho sentito il preannuncio audio delle fermate per chi non usa gli occhi per vedere.
 
Toilette
Nelle toilette per disabili in cui sono stato a Parigi non ho mai visto neanche l’ombra di un maniglione. In quella nel castello di Versailles, sebbene fosse spaziosa, non c’era neanche il lavandino e per lavarmi le mani sono dovuto andare nel bagno degli uomini ad alcuni metri da lì. Di solito le toilette dei disabili non erano indicate prima con della segnaletica.
 
Marciapiedi
Di solito a Parigi ho trovato gli angoli dei marciapiedi ribassati, però meno dell’1% di questi era ribassato “a raso”, per tutti gli altri c’era un piccolo scalino, per cui la carrozzina andava comunque alzata.
Versailles
Anche se la “responsabilità” di questo risale a qualche secolo fa, è necessario informare sul fatto che, dalla strada fino ad arrivare dell’ingresso del castello di Versailles (http://www.chateauversailles.fr/), csi sono da fare circa m. 200 su un terreno tutto a quadratini davvero terribile per chi è in carrozzina. A me non era mai capitato un terreno così terribile nemmeno nei siti Maya ed Aztechi del Messico.
In fondo al cortile esterno del castello di Versailles sulla destra c’è un ingresso per disabili senza scalini e con l’ascensore fino al primo piano. E’ comodo anche perché evita di fare le lunghissime file che di solito ci sono per entrare nel castello. Tuttavia l’indicazione di questa entrata per persone con disabilità è quasi inesistente e per me non è stato semplice trovarla.
Gli immensi giardini sono comodamente visitabili sia in carrozzina che in auto. Per girarlo tutto in carrozzina bisogna essere abituati a percorrere vasti spazi oppure ci vuole chi spinge.
 
Museo del Louvre
Al museo del Louvre (http://www.louvre.fr/), sin dall’ingresso alla piramide, c’è un grossissimo apparato di ascensori (una trentina) che consente di visitare tutto il museo (solo un ascensore era guasto, ma mi è parso un guasto del tutto temporaneo). All’ingresso del museo si può avere una guida per persone con disabilità in francese o in inglese. Solo che a me interessava, come penso alla maggior parte delle persone, fare i c.d. “percorsi tematici”, e, nonostante avessi la guida per persone con disabilità in mano, ho dovuto chiedere aiuto ai numerosi e gentili custodi per capire dove dovevo prendere gli ascensori.
Ho visto una saletta dove era possibile toccare alcune opere per chi non usa gli occhi per vedere.
Non ricordo problemi per il bar-ristorante (a parte i prezzi) e neppure per le toilette, a parte la mancanza di maniglioni.
 
Museo d’Orsay
Al museo d’Orsay (http://www.musee-orsay.fr) all’ingresso danno anche una guida per persone con disabilità. Nonostante avessi questa guida in mano, ho dovuto chiedere aiuto ad un custode per capire come potevo fare per arrivare alla toilette senza fare le scale. Inoltre, quando ero già nel corridoio delle toilette, quelle per persone con disabilità era indicata in maniera poco visibile.
Infine per andare agli ascensori c’erano delle porte antincendio con una molla terribilmente dura. Solo dopo un po’ un custode mi ha spiegato che c’era un comodissimo pulsante apri-porta automatico. Solo che l’esistenza di questo apri porta non era indicato nella giuda per persone con disabilità, e nel pulsante stesso era indicato soltanto un piccolissimo segno di una chiave, per cui sia io che il mio amico non avevamo capito che era un pulsante per aprire la porta.
 
Funicolare di Montmartre
L’accesso alla funicolare di Montmartre mi è parso perfetto, salvo una strada un po’ in salita sia per arrivarci dal centro e sia poi, una volta scesi, per girare un po’. E il terreno di quelle stradine non è l’ideale per chi sta seduto in carrozzina.
 
Chiesa del Sacro Cuore
Per entrare nella chiesa del Sacro Cuore ci sono circa 15-20 scalini abbastanza alti. Sul lato sinistro (guardando la chiesa) c’è qualche scalino.
 
Piazzetta dei pittori di Montmartre
La piazzetta dei pittori di Montmartre è visitabile in auto, ma si perde moltissimo. Oppure in carrozzina, però può essere indispensabile avere chi la spinge ed è necessario sopportare un po’ di scosse.
 
Centro Pompidou
L’interno del centro Pompidou (http://www.cnac-gp.fr/Pompidou/Home.nsf/docs/fhome) mi è parso tutto ok.
Per chi entra dalla strada dal dietro c’è un po’ di discesa e solo chi è ben allenato con la carrozzina può facrela da solo. Dal costoso parcheggio sotterraneo c’è l’ascensore.
 
Les Halles
Non ho capito come si faccia ad arrivare in auto al centro commerciale di Les Halles.
Per accedervi ci sono comodi ascensori, però, sia all’esterno che all’interno, non c’è alcun segnale su dove si trovano questi ascensori, quindi bisogna cercarli o chiedere.
L’interno mi è parso accessibile, però il cortile interno non è accessibile e non ho visto la piscina.
 
Giardino di Luxembourg
Mi è parso tutto facilmente girabile in carrozzina. Ci sono moltissime sedie. E’ piuttosto grande, quindi attenzione alla stanchezza oppure ci vuole un assistente personale.
 
Torre Eiffel
Per la torre Eiffel (http://www.tour-eiffel.fr/) dal pilone nord l’ascensore era comodissimo fino al secondo piano; per andare al terzo ci sono scale sia prima che dopo l’ascensore. Per andare a fare i biglietti (sia per la persona con disabilità che per l’accompagnatore) il passaggio è stretto e non si passa con la carrozzina. Dopo che uno ha il biglietto, per entrare con la carrozzina c’è un ingresso a parte, utilizzato anche dai gruppi, con del personale che apre il cancelletto prontamente. Al primo e al secondo piano e tutto senza scalini. Al secondo piano c’è anche una toilette per persone con disabilità (al primo piano non lo so), per vedere il panorama per bene (almeno dal secondo piano) bisognerebbe alzarsi in piedi.
Se la tolleranza della polizia verso chi ha disabilità non diminuisce, si può trovare il modo di parcheggiare l’auto fuori molto vicino all’ingresso in zona vietata.
 
Torre di Montparnasse
Si può salire in cima con l’ascensore. Se la tolleranza della polizia verso chi ha disabilità non diminuisce, si può trovare il modo di parcheggiare l’auto fuori abbastanza vicino.
 
Teatro dell’Opera
Ci sono alcuni scalini. Poi ho visto due ascensori, ma mi è stato detto che erano guasti.
 
La Villette
La citta della scienza de la Villette è accessibile. Dal costoso parcheggio sotterraneo c’è l’ascensore. Gli spazi sono abbastanza vasti, per cui ci vuole allenamento oppure chi spinge.
Nella sala cinematografica della Geode le poltroncine per il pubblico sono quasi in verticale, però c’è un ascensore con il quale si raggiunge un posto possibile per chi è in carrozzina.
 
Biglietti dei musei
A Parigi e dintorni (a parte la torre Eiffel) le persone con disabilità e l’accompagnatore non pagano niente per entrare nei musei. Questo è comodo perché consente di evitare file spesso lunghissime.
Però, nel contesto di inaccessibilità della città visto sopra, a me ha dato l’impressione di essere carità e un contentino per cercare di compensare tutto il resto.
 
Raffaello Belli