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  Come tutti, anche noi abbiamo appreso dell’ennesimo caso di “omicidio suicidio” perché la famiglia non ce la faceva più ad assistere la propria figlia gravemente disabile – avvenuto sabato 4 marzo u.s. a Firenze Brozzi.

  Questo fatto non può essere derubricato a mera “follia individuale”.  Esistono molteplici responsabilità distribuite su molti livelli.

  L’onorevole Ileana Argentin – disabile che il partito di maggioranza ha messo alla Camera dei Deputati a rappresentare il cosiddetto “mondo della disabilità” – va dicendo da tempo che, poiché non ci sono soldi, i familiari devono farsi carico dell’assistenza ai disabili.  Il fatto di cui si sta parlando può essere visto come una conseguenza di tale affermazione.  E quest‘ultima esprime una precisa scelta politica, dal momento che non è affatto vero che in assoluto mancano soldi.

  I disabili con più necessità di assistenza personale devono avere sufficienti risorse per poter condurre una vita autodeterminata e, se in grado, poter essi stessi, con l’aiuto di assistenti personali, curare i propri genitori anziani, stremati da anni di fatiche assistenziali.

  Le persone di Brozzi sono morte perché non ce la facevano più per mancanza di assi-stenza.  Il governo ha quasi dimezzato il fondo sociale in tutta Italia togliendo 211 milioni – costo d’un solo aereo da guerra F35.  Secondo la Corte dei Conti, l’Italia ha 120 miliardi l'anno di evasione fiscale.  Eppure, quella famiglia è morta per mancanza d'assistenza.

  In tutto il mondo cosiddetto sviluppato, l'assistenza personale per la vita indipendente per i disabili è un punto chiave per togliere un insostenibile peso assistenziale ai genitori che non ce la fanno più.

  Proprio il 14 febbraio u.s., – con altre Associazioni di disabili gravi: Associazione Toscana Paraplegici ONLUS, Habilia ONLUS, Associazione Vita Indipendente Bassa Val di Cecina ONLUS, Associazione Paraplegici Aretini ONLUS, Centro Studi e Documentazione sull'Handicap di Pistoia, Associazione Paraplegici Siena ONLUS, Associazione Paraplegici Livorno ONLUS – l’Associazione Vita Indipendente ONLUS ha manifestato durante una seduta del Consiglio Regionale della Toscana denunciando che il fondo per la vita indipendente è molto insufficiente e mal gestito.  Non solo l'assessore Saccardi non ha voluto incontrare i cittadini con gravi disabilità che erano andati a rivendicare le proprie ragioni nel Consiglio regionale, ma ha detto che l'indomani avrebbe convocato il “tavolo sulle disabilità”; ma questo non è stato fatto.  Ciò mostra la totale indifferenza e disinteresse verso persone con problemi gravissimi per le quali anche una protesta rappresenta un enorme sforzo organizzativo, fisico e psicologico.  Non riceverci e addirittura prenderci in giro è un atto gravissimo.

  Tenuto conto che anche tra noi ci sono persone che non ce la fanno più, questi e tanti altri comportamenti concreti della Regione e dei "servizi sociali” provocheranno altri morti.

  Ciò è dimostrato anche dal can can mediatico che si è riscatenato sul “fine vita”.  È verissimo che un diritto non è affatto un obbligo, ma sta di fatto che l'opinione pubblica riceve in abbondanza notizie e approfondimenti sul “fine vita” e sul “Dopo Di Noi”, mentre non si parla per niente delle attività e delle lotte di Associazioni di disabili che da molti anni lottano per la vita indipendente.  Infatti, tanti disabili vogliono vivere la propria vita in modo autodeterminato ed attendono leggi e risorse che garantiscano questo diritto.

  Perfino il rapporto ONU sull’applicazione della convenzione sui diritti dei disabili (CRPD) in Italia esprime preoccupazione per la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e la scarsità di fondi destinati a questo settoreProprio l'ONU ha raccomandato all'Italia di garantire fondi per far sì che i disabili possano esercitare il diritto alla vita indipendente.

 

Associazione Vita Indipendente ONLUS della Toscana

10 marzo 2017