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  #liberidifareè lo slogan della mobilitazione costituita da una serie di manifestazioni sincronizzate in tutta Italia che l’8, 9 e 10 giugno riunirà per la seconda volta in pochi mesi persone disabili e non in tante città italiane, con l’obiettivo di testimoniare l’importanza e la necessità di un sostegno più concreto da parte delle istituzioni all’assistenza personale per le persone disabili.

  A Firenze, la manifestazione si svolgerà venerdì 8 giugno 2018, dalle ore 17, in piazza della Repubblica.

  L’assistenza personale è uno strumento fondamentale per la realizzazione personale delle persone disabili che non sono autosufficienti. Consiste nell’assumere personale che supporta la persona disabile in quelle azioni che questa non può svolgere a causa della sua disabilità. Per fare un paio di esempi: se una persona ha una disabilità per cui ha poca forza fisica, l’assistente svolgerà le funzioni più pesanti al suo posto; se una persona ha difficoltà a comunicare, l’assistente fungerà da interprete.

  Se messe nelle giuste condizioni, le persone disabili possono autodeterminarsi e concretizzare il diritto di vivere la vita che desiderano.

  Questo principio viene già applicato negli Stati Uniti e in vari paesi europei (tra i quali Svezia, Inghilterra e Finlandia). Si tratta di un modello completamente diverso dalle prestazioni di assistenza “tradizionali” di tipo medico/assistenziale: la persona disabile si trasforma da oggetto passivo di cure standardizzate a soggetto attivo, in grado di assumere direttamente (o quando necessario tramite un tutore) gli assistenti, e definire tutti i dettagli della propria vita.

  Ma al momento in Italia non vengono stanziati abbastanza fondi per l’assistenza personale. Nonostante i progressi raggiunti in alcune Regioni quasi dieci anni dopo l’adesione dell’Italia alla Convenzione ONU del 2009, ancora troppe persone disabili che hanno bisogno di assistenza sono costrette a vivere inluoghi di isolamento sociale e segregazione, senza possibilità decisionale e vulnerabili a potenziali abusi, oppure si trovano a dipendere dalla cerchia familiare, in un contesto di limitazioni reciproche e senza libertà di scelta. Le case di cura, in particolare, sono residenze simili alle prigioni, salvo che le persone che vi risiedono non hanno commesso alcun reato.

  La situazione si configura come una profonda violazione dei diritti umani.

  Le manifestazioni #liberidifare vogliono essere un momento di mobilitazione collettiva per informare l’opinione pubblica sulla gravità e sull’urgenza del problema e chiedere alla politica risposte concrete.

  Diversi artisti e personaggi di spicco sostengono l’iniziativa, tra cui i cantautori Francesco Gabbani, Brunori Sas e Alberto Bertoli, la nota autrice Loriana Lana e l’avvocato Giorgio Tramacere.

  Dal sostegno ricevuto, è evidente che la questione interessa quasi tutti i tipi di disabilità, l’ambito giuridico e i diritti umani delle minoranze in generale.

  L’iniziativa è promossa dall’omonimo movimento #liberidifare, una rete di persone nata sui social network in seguito alla diffusione di una lettera aperta scritta nell’ottobre 2017 da Maria Chiara e Elena Paolini, due sorelle disabili attive nel campo dei diritti delle persone disabili, che da alcuni anni gestiscono Witty Wheels, un blog dedicato a disabilità, stereotipi e giustizia sociale. La lettera è stata input per una prima serie di manifestazioni sincronizzate già a novembre 2017.

 

Per adesioni e maggiori informazioni:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Linee guida per giornalisti per parlare del movimento nei media: https://bit.ly/2J8egBV

Sito web: liberidifare.it

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/LiberidiFare/

Video promozionale: https://www.youtube.com/watch?v=HwNrLe9Zfco