Stampa

di Raffaello Belli

  Tutti noi, cd. “disabili gravi”, sappiamo quanto è difficile trovare assistenti personali adeguati.  Avevo necessità di un'assistente personale e non riuscivo a trovarla.  Un'amica mi consigliò di guardare le inserzioni nel sito internet del "Centro per l'Impiego", https://lavoro.regione.toscana.it/ToscanaLavoro.  Ci provai ma non riuscivo a trovare ciò che mi interessava.  Allora una sera provai a chiedere spiegazioni scrivendo la stessa email ai vari "Centri per l'Impiego" che ci sono nella città di Firenze.  Già la mattina dopo alle 9 mi telefonò la dott.ssa Zasso dal "Centro per l'Impiego" del Parterre a Firenze.

  Mi disse che la possibilità di ricercare assistenti personali sul loro sito non c’è.  Invece avrei potuto registrarmi sul loro sito e poi mettere sul loro sito in chiaro (cioè con il mio nome e cognome, indirizzo, telefono) la mia richiesta di un’assistente personale e avrei ricevuto in automatico sulla mia email tutte le proposte che sarebbero arrivate.  Questo lo chiamano “Servizio Contatto diretto”.

  Tuttavia mi consigliò di avvalermi del loro “Servizio di Preselezione" per aiutarmi nella ricerca di un’assistente personale idonea/o per me.  Su mia richiesta la dott.ssa Zasso mi spiegò che si tratta di un servizio che non viene fatto da tutti i “Centri per l'Impiego”, ma viene garantito da un "Centro per l'Impiego" per ogni zona della Toscana.  Il tutto avviene online, senza alcuno spostamento fisico e gratuitamente.

  Accettai.  La dott.ssa Zasso mi mandò subito per email un modulo che dovevo riempire indicando tutte le caratteristiche che avrebbe dovuto avere l’assistente di cui avevo necessità.  Riempii subito il modulo e glielo reinviai.  Dopo un po’ la dott.ssa Zasso mi mandò come aveva sintetizzato le mie necessità per rendere il testo omogeneo al form che loro usano online.  Mi ha colpito che aveva fatto un ottimo riassunto, ovvero aveva ben sintetizzato il nucleo della vita indipendente, cosa questa per molte persone tutt’altro che facile.  Le segnalai un piccolo errore nella localizzazione della zona (non mettono l’indirizzo) dove abito, mi rimandò subito il modulo corretto per la mia approvazione finale.  Al termine della mattinata la mia richiesta di un’assistente personale, in forma anonima, era già online nel sito Internet del "Centro per l'Impiego".

  La richiesta del singolo disabile rimane online per circa 20 giorni, prolungabili se non si è trovato l’assistente personale giusto.  Durante questo periodo, ogni 3-5 giorni, mi hanno mandato i curriculum (per un totale di circa 30 curriculum) di chi era via via disponibile per questo tipo di lavoro.  Nel senso che mi hanno mandato tutti i curriculum che rientrano nei parametri, oggettivi e non discriminatori, da me indicati.

  Ovvero, se ad esempio chiedo un’assistente donna, italiana, fra i 30 e i 40 anni di età, dal "Centro per l'Impiego" mi mandato tutti i curriculum senza alcuna preselezione basata su tali requisiti perché vengono considerati discriminatori.  Questo per noi può essere un inconveniente perché a volte di fatto possono essere requisiti essenziali.  Tuttavia in concreto l’unica conseguenza negativa è che può arrivarci un surplus di curriculum inutili.  Parimenti se chiedo, ad esempio, un’assistente simpatica o dolce, vengo invitato a togliere queste parole.  Viceversa, se cerco, ad esempio, un’assistente personale con patente B, con il diploma di OSS e con conoscenza dell’italiano avanzata, allora mi mandano soltanto i curriculum di persone con questi requisiti, ovvero fanno la preselezione da me richiesta.

  Dai curriculum ricevuti c’è piena libertà di selezionare ulteriormente, contattare e selezionare direttamente (anche a casa propria) le/i candidate/i e, solo se si trova la persona giusta, assumerla regolarmente (anche part-time).

  Poiché non avevo tempo per intervistare tutte le 30 persone, da un'attenta valutazione di ogni curriculum, feci una prima sommaria selezione delle/i possibili assistenti personali che forse potevano andare bene per me, basandomi su criteri quali:

·      la faccia nella foto

·      se il curriculum era tirato via

·      l’età

·      la nazionalità, solo in pochi casi

·      se aveva lavorato tanti anni nelle rsa e/o come badante

·      se aveva fatto tanti lavori diversi e ognuno per brevi periodi

·      ecc.

  Può darsi, ma non è affatto detto, che più persone avrebbero superato questa mia prima selezione se avessi potuto intervistarle tutte direttamente.  Può poi essere prezioso che ho potuto avere comunque una raccolta di 30 curriculum dettagliati, e probabilmente veritieri, di possibili assistenti personali su cui cercare l’/le/gli assistente/i giusta/o/e/i.

  A seguito della mia sommaria selezione preliminare, sono rimaste davvero poche persone che secondo me potevano andar bene.

  Gli elementi probabilmente negativi emersi con maggiore frequenza sono stati:

·    l’età: quasi sempre le/i candidate/i erano sopra i 40 anni, spesso non di poco. Salvo persone particolarmente intelligenti, per il resto più in là si va con gli anni e minore è l’elasticità mentale indispensabile per sapersi adattare pienamente e prontamente alle specifiche esigenze del singolo disabile, oltre ad avere meno forza fisica. Tuttavia non sempre è così: a volte, di fatto, sia sotto il profilo fisico che sotto quello mentale, si può essere appassiti a 20 anni d’età anagrafica e pieni di gioventù a 60 anni d’età anagrafica. Per cui, se avessi potuto fare più interviste di persona, forse ci sarebbe stata qualche piacevole sorpresa;

·    aver lavorato tanti anni nelle rsa e/o come badante: è molto probabile che abbiano consolidata abitudine a lavorare sorvolando sulle specifiche esigenze di libertà e di indipendenza della singola persona disabile. In alcuni testi sulla vita indipendente in Paesi con più esperienza di noi in materia, questo punto viene ritenuto importante: si ritiene che, in linea di massima e salvo eccezioni, la migliore assistenza personale viene da chi non ha nessuna esperienza e nessuna formazione in materia perché è più probabile che abbia la mente pulita per seguire soltanto le istruzioni del singolo disabile che vuol fare vita indipendente;

·    aver fatto tanti lavori diversi e ognuno per brevi periodi: è un possibile indice di scarsa affidabilità, ma non è necessariamente detto (ad esempio può trattarsi di una persona di valore, che ha cambiato molti lavori per tentare di arrivare a condizioni di lavoro più dignitose rispetto a quelle molto umilianti oggi troppo diffuse);

·    il curriculum era tirato via o con evidenti vuoti: possibile indice di scarsa serietà, ma non è necessariamente detto.

  Comunque alla fine sono riuscito ad intervistare qualche possibile assistente personale con cui valeva la pena avere a che fare.  E ci sono riuscito senza dove spendere un centesimo e senza dover dedicare una quantità di tempo estenuante per la ricerca di un'assistente personale.  E per me è stato un vantaggio non trascurabile.

  Mi ha molto colpito anche la gentilezza e l'intelligenza della dott.ssa Zasso a cui si possono rivolgere per email o per telefono i disabili che abitano a Firenze ed è lieta di seguirci direttamente: "Ufficio Preselezione" a dottoressa Laura Zasso, 055 199 85 173, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..  Comunque la dottoressa Zasso mi assicura che, nel caso lei non fosse disponibile, tutte e 5 le sue colleghe dell'Ufficio sono professionali e preparate, oltre che disponibili.

  Cercando gli assistenti personali attraverso il "Centro per l'Impiego" c'è anche il problema enorme che di fatto si tratta di affidare la nostra vita e la nostra abitazione a persone la cui onestà ci è sconosciuta.  Il problema è grosso e va tenuto ben presente.  Va tuttavia considerato che in genere nel curriculum di ogni candidata/o viene indicato dove ha lavorato in precedenza (in questo senso mi sembra che il "Centro per l'Impiego" possa offrire più garanzie di alcuni altri strumenti di ricerca), per cui, se ci sembrano precedenti affidabili, si possono chiedere a loro informazioni circa l'affidabilità e l’onestà di quel possibile assistente personale.  Se invece non ci sembrano precedenti affidabili, allora potrebbe trattarsi di un campanello d’allarme da valutare prima di assumere quella/l candidata/o assistente personale.

  Per quello, forse poco o niente, che può valere, faccio osservare che, nel telefonare al/la singolo/a candidato/a assistente personale, quando dicevo che il suo numero mi era stato dato dal "Centro per l'Impiego", mi pareva di venir preso più in seria considerazione.

  Cercando invece gli assistenti personali attraverso il passaparola, se si è fortunati, e/o se si hanno le conoscenze giuste, e/o le amicizie giuste, può darsi che si riesca a trovare prima e con minor fatica (a me è capitato) le/gli assistenti personali giuste/i e, o soprattutto, la cui onestà non è del tutto sconosciuta.  Però, purtroppo, può anche darsi che con il passaparola non si riesca a trovare nessun assistente personale idoneo, mentre potrebbe darsi che attraverso il "Centro per l'Impiego" non si rimanga scoperti.  E anche questo è un elemento da tener ben presente.

  Fermo restando che qui sopra mi sono limitato a riferire una mia esperienza positiva con il "Centro per l'Impiego".  Questo, purtroppo, non esclude però necessariamente che altre mie esperienze sempre con il "Centro per l'Impiego" potranno essere negative, ferma restando la grande speranza che non lo saranno.  Come pure, anche qui speriamo fortissimamente di no, che la mia esperienza positiva, qui sopra riportata, non esclude necessariamente che le esperienze di altri con il "Centro per l'Impiego" della propria zona possano essere negative.

 

Attachments:
Download this file (Su centro impiego.pdf)Su centro impiego.pdf[ ]223 kB