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  Sulla disabilità, con la delibera di Giunta 1577 del dicembre 2023, la Regione Toscana non ha rinnovato i finanziamenti per la vita indipendente.  Ha invece finanziato il sostegno alla domiciliarità e alla vita autonoma.

  Tutto questo è ampiamente illegittimo perché, di fatto, condanna a morte di disabili gravi in Toscana.  Infatti, condanna a morte non vuol dire solo una sentenza e la conseguente esecuzione, bensì vuol dire anche negare ai disabili gravi le risorse indispensabili per un’adeguata assistenza personale per una vita accettabile, e quindi costringerci a una morte ampiamente precoce per agonia.

  Sono molti i doveri giuridici che vietano alla Regione di abbandonare la vita indipendente e tornare indietro alla vita autonoma:

1)  l’articolo 39 comma 2 lettera l-ter) (aggiunta dalla legge 162 del 1998) è una norma che fa parte della legge 104/1992 legge quadro nazionale sulla disabilità che vincola anche le Regioni.  Questa legge stabilisce che esistono disabilità con le quali non è possibile in ogni caso cavarsela da sé ed è quindi necessario non limitarsi all’autonomia, bensì va garantita l’assistenza personale per la vita indipendente.  Da oltre 20 anni, a seguito delle lotte della nostra Associazione, per prima in Italia nel mese del dicembre di ciascun anno la Regione Toscana ha sempre stanziato fondi per la vita indipendente per l’anno successivo.  Invece, a fine 2023, la Regione Toscana non ha più stanziato fondi per la vita indipendente, bensì è tornata indietro alla vita autonoma, e questo significa violare anche la legge quadro sulla disabilità citata qui sopra che dispone la vita indipendente per chi non ce la fa da sé.

2)  Facendo così, la Regione Toscana viola anche il buon senso e i principi fondamentali della Costituzione italiana e della "Convenzione dell’Onu sui diritti dei disabili" che impongono maggiori supporti per chi ha disabilità più gravi.

3)  L’assessora regionale Spinelli ha detto che i finanziamenti continueranno ad esserci per tutti.  Però per la vita indipendente ci sono dei diritti giuridici a garanzia dei disabili, mentre con la vita autonoma la sopravvivenza di chi ha gravi disabilità è lasciata alla buona volontà di lorsignore/i.  Ovvero tanto più uno è disabile quanto più è fondamentale garantirgli diritti sicuri che rimangano al variare dell’assessora, dei partiti ecc..  Invece, per l’assessora regionale Spinelli, tanto più un/a disabile è grave quanto più deve accontentarsi delle parole della Signora assessora. Ciò vuol dire tornare alla beneficenza pubblica e quindi significa un balzo indietro di decenni.

4)  Negare la vita indipendente ai disabili gravi cozza direttamente con la "Convenzione dell’Onu sui diritti dei disabili" che dedica tutto l’art. 19 al diritto alla vita indipendente e non alla vita autonoma.

5)  Molti anni fa, l’Unione Europea traduceva dall’inglese “independent living” come “vita autonoma”.  Viceversa nella traduzione ufficiale della "Convenzione dell’Onu sui diritti dei disabili", l’Unione Europea ha tradotto “independent living” con “vita indipendente”.  Quindi, con la vita autonoma nella delibera della Giunta regionale n. 1577 del 2023, la Regione torna indietro di almeno 20 anni rispetto all’Unione Europea.  E questo è illegale.

6)  A dicembre scorso il presidente Giani ci disse di voler finanziare la vita indipendente con il Fondo Sociale Europeo, ma fece scena muta sul fatto che pochi giorni prima la Giunta da lui presieduta era tornata indietro sulla vita indipendente e non ha nemmeno mantenuto l’impegno di reincontrarci entro metà gennaio per esaminare la cosa in concreto.

7)  Negare la vita indipendente ai disabili gravicontrasta con i primi tre articoli della Costituzione italiana che mettono al centro i diritti fondamentali in concreto anche per i disabili gravi.

8)  Negando la vita indipendente ai disabili gravi, la Regione Toscana cozza anche con la legge nazionale n. 227 del 2021 che dispone di vita indipendente in attuazione della “Convezione dell’Onu sui diritti dei disabili”.

9)  Inoltre, la delibera della Giunta regionale n. 1577 del 2023 contrasta con l’articolo 4 dello Statuto della Regione Toscana che stabilisce la vita indipendente come unica priorità per i disabili e gli anziani.  Essendo l’unica priorità stabilita dallo Statuto, ciò vuol dire che la vita indipendente è un preciso dovere della Regione, e quindi quest’ultima non può tornare indietro su questo.

10)   La legge regionale n. 66 del 2011 recepisce il fatto che la vita indipendente è un diritto e stabilisce che la Regione deve garantire il finanziamento di questo diritto.   Ne consegue che, nel non finanziare la vita indipendente, la Giunta Regionale ha violato anche questa legge regionale.

11)   Nel PNRR, per i disabili, per ben 3 volte, è prevista la vita indipendente e non la vita autonoma.

12)   Va infine rilevato che per “vita indipendente” si intende fin da subito, anche a livello internazionale, tutto quanto necessario per i disabili per vivere pienamente nella società.  Viceversa è ampiamente diffusa la realtà in cui i disabili sono reclusi di fatto a casa propria.  Perciò, è fondamentale incentivare per i disabili la possibilità concreta di uscire di casa come tutte le persone.  Nella delibera più sopra ricordata prima di tutto si tratta di domiciliarità, il che conferma la precisa volontà della Giunta regionale Toscana di negare la vita indipendente.

  In conclusione è evidente che la Regione Toscana non può di sicuro, e tanto meno con una delibera di Giunta, violare tutta la valanga di norme riportate qui sopra.

  In questa delibera c’è anche un altro fatto molto sporco.  A dicembre siamo dovuti andare a protestare davanti alla Regione per disperazione perché il finanziamento per l’assistenza personale per la vita indipendente è ampiamente insufficiente.  Con questa delibera la Regione Toscana ci costringe a lottare innanzitutto per mantenere il diritto alla vita indipendente, anziché consentirci di concentrare le nostre limitate forze di disabili gravi per cercare di migliorare le nostre inaccettabili e difficilissime condizioni di vita.  Senza adeguata assistenza personale i disabili gravi muoiono.  Eppure, ad esempio, a Firenze il massimale individuale del finanziamento è fermo al 2004.  Insomma un altro modo per farci morire molto prima dell’inevitabile.

 

                               Associazione Vita Indipendente ONLUS ETS APS