Contenuto principale

  In merito alla delibera di Giunta 991 2015, si possono da subito fare le seguenti osservazioni.

  È sicuramente positivo che la Giunta abbia provveduto con largo anticipo a stanziare le risorse per il 2016 in materia di vita indipendente. Va notato che tale stanziamento è un atto dovuto in base a una norma di legge e al PSSIR 2012/2015 che garantiscono la continuità dell’erogazione del contributo vita indipendente.

  Dall’esame della delibera emergono alcuni profili di criticità.

  La Regione continua a stanziare 9 milioni di € l’anno, nonostante sia del tutto evidente che tale somma è molto sottodimensionata rispetto alle reali necessità. Ciò rende ancor più preoccupante e incomprensibile la volontà della Regione di “ampliare la platea dei beneficiari permettendo la copertura di un maggior numero di contributi”.

  Colpisce che le associazioni che da anni si battono per la vita indipendente dei disabili siano state tenute all’oscuro dell’approvazione della delibera in esame.

  In più punti, la delibera stabilisce l’istituzione di un “tavolo di lavoro” coinvolgente “anche i referenti delle associazioni rappresentative del mondo della disabilità”. Questa è una scelta falsamente “democratica” che non tiene conto in modo adeguato di quanto previsto dall’articolo 97 della Costituzione sul buon andamento della pubblica amministrazione. Infatti, anche l’Onu ha riconosciuto che in tema di disabilità e in particolare di vita indipendente l’aspetto della “competenza” riveste importanza pari se non superiore al criterio della “rappresentatività”. Quindi, la previsione di “tavoli di lavoro” solo con i referenti delle associazioni rappresentative del “mondo della disabilità” produrrà certamente perdite di tempo e decisioni non ottimali. Inoltre, poiché la vita indipendente coincide con i diritti inviolabili dei disabili, le decisioni in materia non possono essere assunte a prescindere dal coinvolgimento diretto degli utenti.

Attachments:
Download this file (DGRT_0991 _VI2016.pdf)Delibera 991 del 19/10/2015[Delibera di Giunta 991 del 19/10/2015]85 kB

Gentile Assessore,

a seguito dell'incontro che abbiamo avuto il 12 novembre u.s., riteniamo utili alcune precisazioni.  Con l'auspicio che ci venga inviato l'avviso di ricevimento di questa e-mail, che voglia leggerla personalmente e che ci faccia delle proposte concrete.

  Sui 65 anni e sull'assunzione dei familiari, ci sembra che – almeno nei termini che sono stati detti – ci siamo trovati d'accordo.  Fatta salva la nostra richiesta di eliminare immediatamente il divieto di assumere il coniuge.  Infatti, contrariamente a quanto da Lei sostenuto nell’incontro sopra menzionato, tale divieto non esiste quando il coniuge-datore di lavoro è disabile grave, come alla url http://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=6368 l’Inps prevede espressamente in ottemperanza al co. 3 dell’art. 1 del DPR 1403 del 1971, visibile alla url http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1971-12-31;1403~art1-com3.  Oltre al fatto che, ai sensi del co. 2 dello stesso art. 1, non si tratta comunque di lavoro domestico per tutta l’assistenza personale svolta al di fuori dell’abitazione del disabile.

  Sulla necessità di un consistente aumento dei fondi destinati al contributo per la vita indipendente, Lei ha accennato all’esistenza di altri 9 milioni di € destinati ai “gravissimi”.  Le ribadiamo che devono essere aumentati i fondi per la vita indipendente, e non dirottare persone che vorrebbero fare vita indipendente verso altri tipi di interventi.  Oltretutto, non ci risulta vi sia una legge nazionale o regionale che definisca in modo distinto la categoria dei “gravissimi” rispetto alle “persona con handicap in situazione di gravità” di cui all’art. 3 co. 3 della legge 104/1992.  Restiamo in attesa di specifici chiarimenti sul reale ammontare dell’aumento di risorse per la vita indipendente e sui motivi per cui sui 9 milioni destinati ai “gravissimi” non sia prevista la rendicontazione come da Lei affermato.  Le ricordiamo che non solo quanto attualmente viene erogato è insufficiente a coprire le reali necessità dei singoli fruitori, ma anche che molti disabili non hanno potuto nemmeno presentare la domanda per accedere al contributo.

  Sui fondi europei, ci pare vi siano numerosi e decisivi elementi per cui tali fondi devono essere utilizzati anche per la vita indipendente.  Perciò, auspichiamo Sue iniziative concrete in tal senso, anche perché il ruolo delle vere Agenzie per la Vita Indipendente è concretamente decisivo in tutte le realtà in cui la Vita Indipendente dei disabili è una cosa seria.

  Anche sull'autodichiarazione delle spese sostenute, ci aspettiamo Sue iniziative concrete, come Lei ci ha detto.

  Riteniamo tuttavia necessario sottolineare alcune precisazioni.

a cura di Raffaello Belli

 

Pubblicato con il contributo finanziario dell’Unione Europea e della Regione Toscana

Questa pubblicazione avviene nell’ambito del progetto "Modello per la costituzione di un'Agenzia per la vita indipendente".

Un particolare ringraziamento per le preziose osservazioni va al dott. Beniamino Deidda, Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Prato.

Tutti i diritti sono riservati compresa la riproduzione con mezzi elettronici. E' consentito l'utilizzo di estratti, ma solo citando la fonte. Il fac-simle di domanda è utilizzabile liberamente solo nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Versione aggiornata al 2005.